La sicurezza nello Smart Working. Il lavoro a casa tra pericoli e dati protetti 

Se è vero che si fa un gran parlare di smart working è anche vero che la cosa migliore che può fare un’azienda che vuole convertire al lavoro agile la propria struttura produttiva, è di rivolgersi ad un bravo consulente del lavoro per lo smart working. 

Per quanto ciascuno possa apprendere informazioni sullo smart working da brochure online come quella che trovi a questo link – www.damianianddamiani.com/it/smart-working – gli aspetti normativi relativi a strumenti e servizi da curare per l’adozione dello smart working sono talmente tanti e delicati che più che un singolo consulente è necessaria un’organizzazione composta da avvocati, commercialisti, ingegneri informatici, in grado di seguire e guidare l’impresa verso l’adozione del migliore modello organizzativo di smart working.

Ecco cosa vuol dire sicurezza sul lavoro, sicurezza informatica e procedure semplificate nello smart working

L’emergenza Covid ha accelerato i tempi e le modalità di adeguamento del lavoro in smart working  attraverso i vari DPCM e le procedure semplificate approvate per la gestione dei dati dei lavoratori che svolgono l’attività lavorativa in modalità smartworking semplificato, senza nessun accordo individuale o autocertificazione. Tuttavia, convertire attraverso l’adozione di linee guida una struttura di produzione, adottando i diversi modelli di smart working o lavoro agile, è un processo che richiede una filosofia nuova per la corretta gestione del lavoro a distanza. 

Il contratto di lavoro in smart working

Il primo aspetto da affrontare è quello dei nuovi contratti di lavoro che devono adeguarsi alle modalità flessibili di esecuzione del rapporto di lavoro agile subordinato e a nuove procedure di valutazione. Lo smart working è una modalità di lavoro agile che si svolge in tutto o in parte al di fuori dei locali aziendali, che possono trovarsi anche all’estero. Inoltre, il lavoro a distanza può essere svolto facilmente ma solo attraverso l’adozione di dispositivi tecnologici che permettono una connessione perpetua, ma in perfetta sicurezza.

La sicurezza sul lavoro in smart e la sicurezza e protezione informatica dei dati trattati

Il secondo aspetto è relativo alla sicurezza del lavoratore dipendente rispetto ai pericoli dello smart working per i quali deve godere della:

  • tutela contro gli infortuni e malattie professionali dipendenti da rischi connessi al luogo di svolgimento del lavoro agile (nella maggior parte dei casi l’abitazione del dipendente) e la prestazione lavorativa resa in smartworking;

e quello della sicurezza e protezione dei dati in possesso dell’azienda rispetto alle modalità di:

  • protezione dei dati personali;
  • ottimizzazione e adeguamento al GDPR;
  • nomina del Data Protection Officer;
  • gestione dei dati sensibili in ambito industriale e tecnologico

L’adozione di un modello di Smart Working in linea con le normative sul lavoro, della sicurezza del lavoratore, della tutela della Privacy ai sensi del GDPR 

Per adeguare la propria struttura produttiva è necessario individuare la compliance GDPR migliore per adattarla alla propria azienda. Non è uguale trattare dati industriali come brevetti o la proprietà intellettuale e proteggere i dati personali trattati da un professionista che si occupa di psicoterapia online. Ogni genere di servizio richiede la stesura di corrette policy sulla privacy e adeguate policy BYOD per la protezione e adeguamento dei device utilizzati, computer, smartphone, ipad, icloud, server, hub di connessione.  

La mancanza di organizzazione, l’improvvisazione, l’approssimazione espone l’azienda e il dipendente a rischi reali. Un lavoratore agile può/deve accedere al database aziendale, contattare clienti, utilizzare video call. Il rischio di violare anche inconsapevolmente le disposizioni del GDPR è alto. Le informazioni in possesso dello smart worker sono dati che l’azienda deve tutelare e proteggere con attenzione.

La procedure di valutazione del lavoro a distanza e lo smart working nelle PMI e Grandi Aziende

Uno degli aspetti più delicati da affrontare e regolare con la stesura degli accordi individuali tra azienda e smart worker è l’adozione di procedure di valutazione e premialità che non si basano più sui vecchi paradigmi come orario di lavoro svolto o la quantità di documenti trattati, ma sulla qualità del lavoro svolto e sul raggiungimento degli obiettivi aziendali stabiliti negli accordi individuali. 

Sono concetti nuovi che consentono di gestire meglio la fluidità del mercato del lavoro delle nuove imprese, per cui lo stesso dipendente può svolgere le proprie mansioni a vantaggio dell’azienda sia in Italia, per esempio, che per periodi limitati all’estero. Lo smart working è senza dubbio un approccio nuovo alle modalità di gestione del lavoro per molte grandi aziende e moltissime PMI.