Mai come in questi ultimi anni il caro affitti ha raggiunto cifre mostruose. Un esempio su tutti i recenti dati provenienti dalla metropoli di Milano. Quindi per chi è proprietario di casa e affitta il proprio immobile può capitare di imbattersi in situazioni, dove gli affittuari non paghino per mesi l’affitto concordato. Come bisogna comportarsi per risolvere la questione e ottenere il canone spettante? Scopriamo cosa dice la Legge a tal proposito e come deve comportarsi il locatore.
Caso di affitto in ritardo: come agire per tutelarsi
Il ritardo massimo ammesso dalla Legge per un pagamento non corrisposto dell’affitto è di 20 giorni. Scaduto questo tempo, il proprietario può inviare una diffida o tramite raccomandata a.r. o per mezzo di Pec. La diffida concede un margine di giorni per provvedere al pagamento. Se il locatore, tuttavia, dopo il 21° giorno non vuole attuare la procedura di diffida, ma procedere con la richiesta di sfratto è bene che lo faccia tramite uno studio legale preparato ed esperto nelle questioni civili. A tal proposito se sei in una situazione simile a quella esposta, clicca qui per trovare l’assistenza che ti occorre. A quel punto si passerà dalla diffida alla chiamata per la sentenza e sarà un giudice a decidere.
Sfrattare un inquilino: quando si può e non si può fare
Se l’inquilino adempie a pagare tutte le spese morose e quelle legali prima della data dell’udienza, allora ha diritto a restare in casa e il proprietario non può sfrattarlo. Viceversa, se il pagamento non viene effettuato, lo stesso può richiedere una proroga di tre mesi. A questo punto il ritardatario ottiene il cosiddetto termine di grazia e l’udienza subisce un differimento. Se il debito poi è saldato con le spese legali comprese, il contratto non può essere annullato.
Ordine di sfratto: come funziona
In caso opposto il giudice provvede a emettere un’ordinanza di sfratto e un decreto ingiuntivo. In caso l’atteggiamento del conduttore sia ancora restio a pagare le somme decise dalle due ordinanze, allora il locatore può decidere per l’esecuzione forzata. L’ufficiale giudiziario si presenta presso l’appartamento e intima di lasciarlo. Nel caso ciò non avvenga, lo stesso può chiamare la forza pubblica e forzare la serratura. A questo punto al non pagatore saranno confiscati i beni.
Tutele per il proprietario
E come fa il proprietario a tutelarsi dagli affitti non ricevuti, che lo stesso vanno dichiarati? Va notificata al Fisco l’atto di citazione per convalida di sfratto, che la recente riforma Cartabia ha modificato rispetto a prima.
Inquilino inadempiente: cosa non fare
Se il contratto di affitto non è registrato, la Legge non consente in nessun modo di poter procedere con la forza a sfrattare le persone. Identico discorso per chi provveda a cambiare le chiavi d’ingresso o a scollegare le utenze domestiche. A maggior ragione, quindi, ci sono una serie di motivi validi per procedere con la registrazione del contratto di affitto che non vanno sottovalutati! L’unica cosa accettabile per il codice civile è quella di cercare di trovare un accordo, magari con sconto, sulle quote che spettano a chi ha affittato l’appartamento. Purtroppo, senza registrazione, le tutele sono nulle o quasi!