A cosa prestare attenzione se si possiede un tetto ventilato

In questo articolo parleremo del tetto ventilato cercando di esaminarne tutti gli aspetti.
Vedremo innanzitutto cosa è un tetto ventilato, quali tipi esistono, come funziona e soprattutto quando il tetto ventilato diventa utile se non indispensabile.

Menzioneremo poi le varie opzioni disponibili per la sua realizzazione e ovviamente daremo un’occhiata al costo di questa interessante soluzione.

Che cosa è il tetto ventilato

Il tetto ventilato è una soluzione tecnica costruttiva per la realizzazione del tetto di fabbricati generalmente adibiti ad abitazione.
Esso è particolarmente indicato in quei casi in cui le aree immediatamente sotto il tetto siano adibite a zona abitativa.

Il tetto ventilato infatti garantisce un buon isolamento termico e allo stesso tempo mantiene più fresche le arre coperte durante i mesi estivi.
Oltre a ciò è innegabile la caratteristica estetica di questa soluzione: per esempio l’interno del tetto ventilato si abbina molto bene alle scale da giorno, molto richieste al giorno d’oggi.

La riscoperta di un accorgimento antico

Ll tetto ventilato di cui si fa un gran parlare negli ultimi anni, ha in realtà origini antiche e da sempre rappresenta un’ottima soluzione per coniugare funzionalità ed estetica. Un esempio su tutti, le volte a stella leccesi: la loro tecnica costruttiva permette la copertura di spazi importanti mantenendo un ottimo isolamento termico in una parte d’Italia nota per le estati torride.
Lo stesso risultato è possibile oggi a casa nostra con l’adozione di un tetto ventilato.

Tipologie di tetto: quali esistono e quale scegliere

Esistono fondamentalmente quattro tipologie di copertura a tetto, ciascuna delle quali con caratteristiche ed applicazioni diverse.
Per la scelta della copertura da realizzare si tratta in pratica di raggiungere un compromesso tra il costo della copertura stessa ed i vantaggi che porta considerando la destinazione funzionale dell’edificio sottostante.
I diversi tipi di copertura si differenziano tra di loro per via della presenza o meno, ed eventuale combinazione di isolamento e ventilazione.

Per meglio comprendere la loro tecnica costruttiva dobbiamo introdurre due elementi presenti in tutte le coperture:

    • La struttura, cioè la parte superiore del soffitto dell’ambiente sottostante
    • Il manto di tenuta, ovvero la copertura esterna, generalmente realizzata con coppi, tegole o pannelli.

Chiariti quali siano questi due elementi possiamo vedere nel dettaglio i diversi tipi di copertura.

La più semplice è la copertura priva di entrambe le caratteristiche di cui sopra, quindi una copertura senza isolamento e senza ventilazione.
In pratica il manto di tenuta è appoggiato direttamente sulla struttura.
Come si può intuire questo tipo di copertura è molto economico, ma privo di qualsiasi protezione termica dal caldo e dal freddo.
E’ pertanto sconsigliata come copertura per ambienti abitativi, ma viene generalmente utilizzata per magazzini o capannoni.

Esiste poi il tetto ventilato ma non isolato, cioè un tetto dotato di un intercapedine tra la struttura ed il manto di tenuta.

Questa “ventilazione”, come vedremo più avanti, fa sì che gran parte del calore dovuto all’esposizione al sole venga dissipata senza passare agli ambienti sottostanti. E’ una copertura particolarmente indicata nelle aree geografiche calde, come il sud Italia, ma anch’essa limitata ad una applicazione di tipo industriale o agricolo.

Si tratta di una copertura un po’ più dispendiosa della precedente in quanto richiede l’utilizzo di alcuni accorgimenti costruttivi (l’intercapedine appunto)

Il terzo tipo di copertura, in verità il più comune per l’utilizzo come copertura di unità abitative, che è il tetto isolato ma non ventilato.
Questo tipo di copertura viene anche definito come “tetto caldo”.

Si tratta di una copertura priva di ventilazione ma che presenta uno strato di materiale termicamente isolante termico tra la struttura ed il manto di copertura, ma senza ventilazione, cioè senza l’intercapedine.
Un po’ più caro della soluzione precedente per via del materiale isolante da aggiungere durante la realizzazione, limita però molto efficacemente la dispersione del calore verso l’esterno, garantendo nel tempo un buon risparmio in termini di costo per il riscaldamento dell’abitazione.

L’ultimo e più completo tipo di copertura, comunemente chiamato anche “tetto freddo” è quello che prevede tanto l’isolamento quanto la ventilazione.
E’ quindi costituito da uno strato di materiale isolante appoggiato alla struttura, il quale però è separato dal manto di tenuta da un intercapedine che ne assicura appunto la ventilazione.

Il costo superiore di questa copertura è ampiamente giustificato dal risparmio energetico conseguito nel tempo e dal grado di comfort degli ambienti abitativi coperti, oltre che dalla maggiore durata dei materiali, in particolare di quello isolate rispetto a quella del “tetto caldo”.

Vantaggi del tetto ventilato

Il tetto ventilato, come abbiamo già visto, favorisce la dissipazione di molto del calore generato dall’irradiamento solare, mantenendo più freschi gli ambienti sottostanti durante i mesi caldi.
Oltre a ciò favorisce la dispersione del vapore acqueo generato dall’abitazione e previene così i fenomeni di condensa, fenomeno questo particolarmente utile nei mesi più freddi per proteggere il materiale isolante e la struttura stessa dai danni causati dall’umidità

Funzionamento del tetto ventilato

Il tetto ventilato funziona sfruttando principalmente i “moti convettivi” che si generano nello stesso, cioè i moti per cui un fluido, in questo caso l’aria, tende a muoversi verso l’alto mano a mano che si riscalda.
Per permetter il corretto ed efficiente funzionamento del tetto ventilato è necessario che lo stesso sia realizzato prevedendo degli ingressi per l’aria all’altezza delle grondaie, così come degli elementi di sfiato a livello del colmo.

In questo modo l’aria, entrando nell’intercapedine all’altezza appunto delle grondaie si riscalda a contatto con la struttura e per via dei moti convettivi di cui sopra si muove verso l’alto per poi uscire molto più dagli sfiati sul colmo del tetto portando così via calore dall’abitazione.
L’aria calda, muovendosi verso l’alto, richiama altra aria fredda dal basso ed una volta innescato il ciclo lo stesso continua in maniera naturale e più efficace quanto più l’irraggiamento solare è alto.

Accorgimenti da adottare nella realizzazione di un tetto ventilato

Nella realizzazione di un tetto ventilato è necessario prestare la massima attenzione ad alcuni fatotri ed adottare alcuni accorgimenti essenziali.

Idoneità della struttura portante

Prima di realizzare un tetto ventilato è bene che non ci siano delle lesioni murarie alla struttura portante. Questo perché una lesione o una crepa, se non stabilizzata, può nel tempo compromettere la copertura ventilata e permettere infiltrazioni di acqua o neve, oltre a pregiudicare il buon funzionamento della ventilazione stessa.

Dimensionamento
Altro fattore essenziale è il corretto dimensionamento dello strato isolante e della dimensione dell’intercapedine. Per quest’ultimo aspetto ci viene incontro la normativa UNI.

Normativa UNI
Come quasi tutte le soluzioni edilizie anche il tetto ventilato, o meglio il tetto con ventilazione, per definirsi tale deve corrispondere alla normativa UNI di riferimento.
In particolare la normativa specifica è la UNI9460, vigente dal 2008.
Questa norma riguarda le cosiddette “coperture discontinue”, cioè quelle coperture realizzate con tegole, coppi o piastrelle di cemento.

E’ importante che il tetto ventilato che si desidera realizzare rispetti quindi la normativa UNI9460: solo così si potrà essere sicuri di avere una copertura che, oltre ad essere efficiente, garantisca anche la propria durata nel tempo.

Cosa prescrive la normativa UNI9460
La UNI9460 infatti fornisce tutte le indicazioni relative ai materiali da utilizzare ed agli accorgimenti tecnici come la dimensione dell’intercapedine e la dimensione delle aperture di ingresso aria all’altezza delle gronde e degli sfiati al colmo del tetto, oltre a precise indicazioni su come gli stessi debbano essere realizzati.

Come si può intuire infatti, se da una parte è necessario permettere all’aria calda di uscire dagli sfiati superiori, quelli posti sul colmo, allo stesso tempo è essenziale fare sì che agenti atmosferici quali pioggia e neve non possano entrare all’interno dell’intercapedine, pena le conseguenze che è facile immaginare.

Tipologie di tetto ventilato
Seppure possiamo dare per scontato che per la realizzazione di un tetto ventilato ci si rivolgerà ad un’azienda specializzata, e sapendo ora che è necessario pretendere che la copertura sia realizzata secondo la normativa UNI, ancora una cosa è da tenere presente.

La UNI9460, che come abbiamo visto norma le coperture discontinue, copre sia i tetti ventilati che quelli non ventilati (soluzione a tetto caldo), ma riguardo ai ventilati opera ancora una distinzione.
Per definirsi “ventilato” un tetto deve avere una dimensione dell’intercapedine (altezza) non inferiore ai 6 cm.

Solo così si potrà godere di tutti i benefici che un tetto ventilato può portare.
Quanto sopra è importante in quanto nella normativa è contemplato anche il tetto detto “micro-ventilato”, cioè un tetto con le caratteristiche costruttive del “ventilato” di cui qui sopra, ma con una altezza di intercapedine inferiore ai 6 cm. e generalmente di 2 o 3 cm. soltanto.

Come si può capire in un tetto “micro ventilato” che comunque rispetta la normativa, la velocità dell’aria all’interno dell’intercapedine sarà molto inferiore a quella di un tetto “ventilato” a causa della ridotta sezione dell’intercapedine, con conseguente perdita dell’efficienza della copertura.

Un tetto micro-ventilato ha però un costo inferiore a quello di uno ventilato in quanto generalmente viene realizzato appoggiando dei listelli di legno di un paio di cm. di spessore sulla struttura e poggiando poi le tegole direttamente su di essi.

Ecco quindi che, alla proposta dell’azienda realizzatrice in molti optano per la soluzione micro-ventilata attratti dal basso costo della stessa ma non considerando la scarsa soddisfazione in termini di comfort a cui andranno incontro.

Ma un tetto ventilato è dispendioso?

Indubbiamente la realizzazione di un tetto ventilato presenta un costo superiore a quella di un semplice tetto caldo, ed il costo effettivo può essere calcolato solo caso per caso.
Influiscono infatti sul prezzo non solo la dimensione effettiva del tetto, ma anche altri fattori quali:

    • Realizzazione di un tetto ex-novo o ristrutturazione di un esistente.
    • Possibilità di utilizzo di ponteggi o necessità di piattaforme aeree.
    • Necessità di occupazione di suolo pubblico.
    • Interventi di risanamento precedenti alla realizzazione del tetto.
    • Smaltimento di materiali preesistenti.

Come si può vedere i fattori che incidono sul costo di un tetto ventilato sono molteplici e pertanto la soluzione migliore è selezionare alcune aziende specializzate e richiedere un preventivo specifico per quanto si vuole realizzare.

Una volta ottenuto il preventivo si può passare alla valutazione della convenienza, valutazione che va effettuata tenendo conto dei vantaggi di una copertura ventilata, quali:

    • Aumento del comfort quotidiano generale e della qualità della vita.
    • Protezione della salute dell’intera famiglia, con la riduzione dell’umidità e l’eliminazione della muffa.
    • Maggiore durata della struttura abitativa tramite protezione dall’umidità e dai fenomeni di condensa.
    • Riduzione del costo delle bollette tramite riduzione dell’energia necessaria per riscaldamento e condizionamento.