Come avviene l’elaborazione del lutto

Che si tratti della perdita del primo amore, di un amico nella giovinezza o di un proprio caro, ciascuno di noi deve prima o poi fare i conti con la morte e la relativa elaborazione del lutto.

Non si tratta di un percorso facile, né ci si può mai adeguatamente preparare, però ci sono dei consigli utili per affrontarlo in modo naturale ed elaborare il lutto in modo non patologico. Però è bene sapere che non esiste un metodo standard per superare la comparsa di una persona cui teniamo ed è una sfida tra le più difficili che un essere umano deve affrontare. L’unica consolazione è che si tratta di un drammatico passaggio della vita che tocca a tutti noi e quindi non siamo stati, non siamo e non saremo i primi o gli ultimi a vivere questa drammatica esperienza

Come avviene l'elaborazione del lutto

Come ci spiegano i responsabili di Ofisa, le Onoranze Funebri Toscane s.p.a., l’elaborazione del lutto avviene in cinque fasi:

  1.  la negazione
  2.  la rabbia
  3.  la contrattazione
  4.  la depressione
  5.  l’accettazione.

Come spiega anche la pagina Wikipedia ( https://it.wikipedia.org/wiki/Elisabeth_K%C3%BCbler_Ross) dedicata a Elisabeth Kübler Ross, la psichiatra  svizzera che ha improntato il suo lavoro proprio sul rapporto tra mente e morte le prime due fasi le abbiamo provate tutti anche nell’amore.

Sono quelle fasi in cui nella negazione si rifiuta di accettare la perdita o il lutto e poi dal rifiuto scaturisce la rabbia per una violenza che ci squarcia dall’interno.

La fase della contrattazione è quella meno intuitiva: si inizia a razionalizzare l’evento e a negoziare la propria vita alla luce della speranza.

Il percorso di elaborazione del lutto non è però ancora finito: dopo la contrattazione ci aspetta dietro l’angolo la fase della depressione. È la fase più delicata perché vi è la piena consapevolezza che il legame interrotto non è più riparabile, che una parte di quello che si era è ormai andato.

Una cosa che molti psicoterapeuti consigliano in questi casi è quello di non nasconderele proprie emozioni. In questa fase il dolore non va represso o negato, ma al contrario bisogna lasciarlo scorrere liberamente senza vergognarsene.

Ma la consapevolezza che porta alla depressione è anche la chiave che ci permette di andare avanti, perché dalla consapevolezza deriva anche l’accettazione del lutto e quindi la sua graduale accettazione.

Ci vuole del tempo e in quel tempo il dolore, come fosse del cemento che secca, si trasforma dapprima in tristezza e poi diventa un sentimento che fa parte di noi. Questo periodo si chiama “lutto integrato”: si torna a vivere gradualmente, ad avere relazioni ed una vita lavorativa e sociale, magari anche a fare sport e prendersi cura di sé dopo essere stati abbattuti dal dolore.

E la persona cara mancata? Il suo ricordo rimarrà sempre dentro di noi e quando penseremo a lei ci verrà un sospiro; nelle ricorrenze o nel rinvenire un suo oggetto ci scapperà anche una lacrima, ma a quel punto quella persona e le esperienze di vita passate con lei entreranno nel nostro bagaglio e ci conviveremo in tranquillità.