Quando conviene il tetto ventilato in legno?

Un tetto ventilato è la soluzione migliore per prevenire la formazione di umidità all’interno del sottotetto e di conseguenza mantenere un clima più ideale per la propria casa.

Per ottenere un tetto ventilato, noto anche come tetto freddo, occorre realizzare un’intercapedine che permetta la circolazione omogenea di un flusso di aria che, dalla gronda, raggiunge il punto di uscita posto vicino al colmo del tetto; in questo modo si crea un effetto camino che agevola lo smaltimento dell’umidità che, intrappolata nel sottotetto, può compromettere la durata della stessa copertura.

Il conseguente effetto camino aiuta, attraverso il colmo, lo smaltimento del vapore acqueo e della condensa accumulati, migliorando la coibentazione interna dell’edificio, preservando la salubrità del manto e diminuendo i costi di manutenzione.

Quando si usa il tetto ventilato?

Se si sta pensando di realizzare una casa o di provvedere ad una ristrutturazione del tetto, è bene prendere in considerazione la possibilità di realizzare una copertura dell’abitazione con un tetto ventilato.

I vantaggi apportati grazie alla realizzazione di tale tipologia di tetto sono moltissimi.

Il beneficio principale è sicuramente rappresentato da un miglioramento generale della qualità della vita. Sembra strano, ma è davvero così.

La realizzazione di una piccola intercapedine nel tetto, come detto, permette di ridurre gli accumuli di condensa e di umidità che si possono creare all’interno dell’edificio e che, nel tempo, possono originare pericolose muffe che compromettono la struttura dell’immobile e anche l’interno delle abitazioni.

La circolazione dell’aria all’interno dell’intercapedine, oltre a ridurre appunto umidità e condensa, garantisce una migliore coibentazione dell’edificio, mantenendo la casa fresca in estate e calda in inverno consentendo così di avere una temperatura costante e un risparmio sui costi energetici legati al riscaldamento/raffreddamento degli ambienti interni, in particolare nei casi in cui l’abitazione è posta direttamente a contatto con il tetto.

Per i medesimi motivi legati a una migliore e più efficiente coibentazione, la posa di un tetto freddo è la soluzione più adatta nel caso in cui si stia pensando di trasformare un sottotetto in locali ad uso abitativo: si otterrà in questo modo una temperatura dell’ambiente più vivibile.

Esistono anche degli svantaggi, seppur minimi e facilmente risolvibili, legati alla realizzazione di un tetto ventilato.

La posa di un tetto freddo potrebbe ridurre in minima parte gli spazi interni, soprattutto nel caso in cui il tetto sia direttamente a contatto con l’appartamento oppure la mansarda, e aumentare i rumori provenienti dall’esterno a causa dell’effetto cassa di risonanza causato dall’intercapedine.
Affinché l’intercapedine svolga efficientemente la sua funzione di camera d’aria, è necessario che la sua ampiezza sia compresa almeno tra i sei e i dieci centimetri e pertanto, in caso di ristrutturazione, è opportuno valutare quanto spazio verrebbe sottratto all’ambiente sottostante per la sua realizzazione.

Quando è consigliato mettere in posa un tetto ventilato?

Come detto in precedenza, i vantaggi che derivano dalla realizzazione di un tetto freddo sono legati a migliorare la circolazione dell’aria nel sottotetto e a ridurre la formazione di umidità.

La presenza di una umidità eccessiva nell’area del tetto rappresenta un rischio da non trascurare assolutamente. Livelli alti di umidità e condensa possono causare la formazione di pericolose e aggressive muffe in grado di intaccare in profondità la struttura dell’edificio e di ridurne anche la stabilità che, in caso di forti nevicate, grandinate e di intemperie, potrebbe portare anche a un crollo di parte del tetto.

Inoltre, la presenza di spore e funghi crea un ambiente malsano e rappresenta un serio pericolo per la salute degli occupanti l’abitazione. Si tratta infatti di agenti nocivi la cui prolungata respirazione può causare danni anche irreversibili all’organismo umano. Ecco perché è importante assicurarsi che nel sottotetto delle abitazioni via sia una adeguata ventilazione di aria.

Il riciclo dell’aria in un sottotetto avviene con un sistema ascensionale: quella calda, più leggera, tenderà a fuoriuscire dal punto più vicino al colmo del tetto, lasciando spazio a quella più fresca e più secca.

La pendenza del tetto gioca un ruolo fondamentale in questo sistema di circolazione ascensionale dell’aria: le coperture di edifici con una maggiore pendenza sono soggette a un minore ristagno di aria e conseguente accumulo di umidità, al contrario, nel caso di un tetto piano, per l’aria calda non ci sarebbe modo di spostarsi verso l’alto e quindi di fuoriuscire dalla copertura risucchiando quella fredda all’esterno della gronda.

In pratica, in presenza di un tetto piano, la posa di un tetto ventilato sarebbe del tutto inutile in quanto impossibile creare un adeguato riciclo dell’aria.

Come si realizza un tetto ventilato?

La posa di un tetto ventilato può essere ottenuta con materiali di diverso tipo e, per una sua corretta ed efficiente realizzazione, tendenzialmente si segue uno schema che rispecchia uno specifico sistema di montaggio a strati che, partendo dalla parte strutturale del tetto, possiamo individuare in: struttura portante, strato isolante camera di ventilazione.

Ciascuno di questi strati può essere realizzato con materiali di diverso tipo, per la scelta dei quali è sempre bene tenere a mente le loro peculiarità.

In questo articolo abbiamo parlato delle cose a cui prestare attenzione se si possiede un tetto ventilato, come ad esempio il rischio che si possa verificare una lieve amplificazione dei rumori provenienti dall‘esterno.

Si tratta in realtà di un inconveniente facilmente prevenibile e \o risolvibile; se l’intercapedine realizzata si trasforma in piccola cassa di risonanza, oppure per impedire che lo diventi, è sufficiente impiegare uno strato maggiore di materiale isolante per arginare, appunto, i disturbi acustici generati nell’ambiente circostante.

Quali materiali utilizzare?

Il materiale impiegato per la realizzazione di un tetto ventilato può essere di diverso tipo e la sua scelta influisce sensibilmente sui costi e sull’efficienza finale.

Ad esempio l’uso del legno, che è per sua natura un materiale traspirante, aumenta le proprietà anti-condensa ed è pertanto particolarmente indicato nel caso di chalet o abitazioni ubicate in luoghi soggetti a forti sbalzi termici quotidiani, più soggetti alla formazione di umidità.

Per il tetto in legno, è sempre bene scegliere con cura i pannelli di qualità Made in Italy.

Ovviamente i costi dei pannelli in legno variano sensibilmente in base alla tipologia stessa del legno, se massello, lamellare e molte altre variabili ancora.

Una valida alternativa al legno per la posa di un tetto ventilato è costituita dalla scelta del polistirolo, generalmente più economica.

Infatti, per realizzare un tetto ventilato si possono utilizzare anche dei pannelli in polistirolo espanso, molto comuni nell’ediliziasono più economici, si posano più facilmente e sono duraturi nel tempo.

Quanto costa la posa di un tetto ventilato?

Il tetto costituisce una parte fondamentale e molto importante di un edificio.

Deve essere sicuro ed efficiente per poter svolgere al meglio il proprio ruolo: proteggere l’intera abitazione dagli agenti atmosferici come pioggia e neve e, come abbiamo visto, anche per garantire un corretto isolamento termico e acustico.

Se si sta pensando di realizzare un tetto ventilato, è opportuno rivolgersi ad un’azienda professionale e specializzata nel settore che garantisca l’impiego di materiale di qualità e che fornisca ogni assistenza necessaria durante la realizzazione o rifacimento del tetto.

L’investimento richiesto tiene conto di alcuni fattori importanti e deve essere opportunamente valutato in un’ottica di costi-benefici a lungo a termine.

Per determinare quale potrebbe essere il costo finale per la posa di un tetto ventilato si deve tenere in considerazione, ovviamente, la superficie complessiva della copertura su cui si andrà ad operare.

Anche la tipologia di operazione influisce notevolmente sul prezzo, se ci si trova davanti alla realizzazione di un tetto nuovo oppure se si tratta del rifacimento di uno già esistente.

La scelta del materiale più idoneo per la realizzazione è un altro fattore determinante per quantificare l’ammontare dell’intervento edilizio.

Non da ultimo, i tempi e le modalità di intervento pesano notevolmente sui costi finali. Il noleggio dei ponteggi e delle impalcature necessarie hanno costi molto elevati, soprattutto se protratti nel tempo. Per ammortizzare questa spesa, ad esempio, potrebbe essere utile ricorrere ad un’impresa abilitata e specializzata negli interventi di edilizia acrobatica.

Ecobonus per la riqualificazione energetica

Abbiamo scritto in precedenza che la presenza di un tetto ventilato in un edificio consente di migliorarne la coibentazione. Si tratta di una scelta ecologica e all’insegna del risparmio energetico: i benefici impattano sensibilmente sui costi delle bollette di riscaldamento e raffreddamento delle abitazioni.

Per questi motivi, il rifacimento di un tetto ventilato rappresenta sicuramente un intervento di riqualificazione energetica che dà diritto alle agevolazioni fiscali previste per legge.