All’inizio erano nate solo come piazze virtuali in cui le persone passavano il loro tempo interagendo in maniera più o meno proficua con amici e conoscenti. Poi sono diventati dei veri e propri canali del web marketing.
Così i social media, da Facebook e Instagram all’ormai popolarissimo TikTok, oscillano fra passatempo ad uso personale a strumenti di diffusione della propria attività. E, in questo secondo caso, non si può più improvvisare un post o mettere la prima foto trovata sul cellulare. Nulla deve essere lasciato al caso, ma posto nelle mani di uno specifico professionista: il social media manager.
Una nuova figura che rientra nell’ampia categoria delle professioni digitali; e all’origine era vista anche con un po’ di diffidenza. E’ davvero necessario affidare ad altri l’amministrazione del proprio profilo social, quando anche gli adolescenti sanno gestirne più di uno? Ma il fatto che chiunque abbia la capacità di caricare una foto su Instagram non significa che abbia le competenze per rendere un post attrattivo per i potenziali clienti.
Il social media manager invece sa come si fa. E’ un esperto del proprio settore, con formazione e competenze specifiche, che lavora quasi sempre in proprio, proponendosi come libero professionista. Se l’attività viene portata avanti con impegno, questi può intrattenere collaborazioni a lungo termine con due, tre o più committenti, tra aziende, brand e personaggi pubblici, ragion per cui i suoi guadagni possono diventare molto interessanti.
In tal caso, però, la legislazione italiana impone l’obbligo di attivare la propria posizione fiscale e di adempiere ai doveri previsti per i titolari di Partita IVA, a seconda del regime scelto: presentare la dichiarazione annuale dei redditi e le dichiarazioni IVA (ove richiesto), emettere e conservare le fatture, iscriversi al VIES (per chi compie operazioni con soggetti stabiliti in UE), versare le tasse e i contributi previdenziali e via di seguito.
Social media manager, lo stipendio
In quanto libero professionista, è difficile inquadrare il compenso di un social media manager, perché dipende dalle sua competenze personali e dai clienti che gestisce. E questa non è per nulla una cattiva notizia.
In un mondo in cui il posto fisso è ormai superato, ogni lavoratore ha la possibilità di puntare su se stesso, migliorando col tempo la propria posizione. A maggior ragione in un campo in continuo divenire come quello del web marketing.
Per dare però qualche indicazione di massima, possiamo dire che un social media manager entry level guadagna circa 24mila euro lordi all’anno, pari a uno stipendio mensile che si aggira sui 1300 euro netti. In questa fase solitamente il lavoratore non si muove ancora in maniera del tutto autonoma, ma è una risorsa all’interno di una agenzia o di supporto a professionisti affermati.
E chi è già affermato, guadagna cifre che possono diventare molto interessanti. La media per chi fa questo lavoro da qualche anno è di 35mila euro lordi annuali, ovvero poco meno di 2mila euro netti al mese. Chi però riesce a distinguersi e a diventare conosciuto e ricercato, può arrivare anche a fatturare fino a 70mila euro all’anno.
Con tali volumi d’affari, spesso il professionista crea anche ditte individuali, o lavora in stretta collaborazione con colleghi del settore, dallo specialist SEO al content creator. Tutti rapporti professionali che devono essere gestiti con fatture e partite Iva. E’ importante che fin dall’inizio della propria carriera si curi l’aspetto amministrativo della propria professione. O meglio ancora, lo si affidi a chi è competente nel settore. Fiscozen è la piattaforma online di consulenza fiscale specializzata nel supportare i nuovi imprenditori digitali. Per loro, offre pacchetti all inclusive a prezzi che permettono di risparmiare sull’apertura e la gestione della Partita Iva, così da iniziare la propria attività con meno preoccupazioni.
Quali competenze sono richieste
Per intraprendere questa carriera è possibile, e anzi auspicabile seguire qualche corso di formazione, ma poi molto lavoro lo si fa in autonomia. La conoscenza delle piattaforme social è requisito indispensabile, ma non nel senso che le si deve frequentare parecchio. Bisogna sapere quale tipo di utenza frequenta ogni social, così da intuire quale piattaforma è l’ideale in base all’attività da promuovere.
Non esistono attività non adatte a essere pubblicizzate sui social, la differenza la fa il “come”. Un post di poche righe, corredato da una foto, può richiedere anche un’ora di lavoro; e questo dopo aver investito tempo a comprendere i valori e gli obiettivi del brand. Un vero professionista del marketing quindi, che deve avere competenze anche nel campo della comunicazione e della grafica.